domenica 19 dicembre 2010

Quando La Russa tifava per Di Pietro e Gasparri bloccava il Parlamento


C'è stato un tempo in cui La Russa tifava per Di Pietro. Un tempo in cui la legalità era un argomento di vitale importanza per la destra italiana. Un tempo in cui l'Msi poteva vantare un primato morale in questo campo mentre Psi e Dc venivano spazzati via da tangentopoli. Un primato che porterà Gianfranco Fini a sfiorare la vittoria a sindaco di Roma nel 1993, quando Forza Italia era solamente poco più di un'idea che frullava  nella testa di Marcello Dell'Utri.
In quel tempo Riccardo De Corato, candidato sindaco del Msi, si incatenava al portone di via Foppa e mostrava un cartello: "Craxi in libertà, manette all'onestà". C'erano infatti anche i missini a tirare le monetine a Craxi davanti all'hotel Rafael. Il coro "Bettino vuoi pure queste?", cantato sventolando in aria le mille lire, era il più gettonato. C'era una destra che appendeva manifesti insieme a sinistra e Lega Nord con scritte come "Vergognatevi, non avete dignità" o "Ridateci i nostri soldi".
Il primo aprile 1993 un centinaio di ragazzi protetti da una pattuglia di parlamentari missini (Buontempo, Nania, Maceratini, Rositani, Martinazzo, Pasetto, Matteoli, Poli Bortone e Gasparri) bloccavano per 50 minuti l’ingresso di Montecitorio. Ricorda Filippo Facci che «quei ragazzi indossavano magliette con la scritta "Arrendetevi, siete circondati" mentre quei deputati che osarono sfidare il blocco vennero insultati e spintonati al grido di "ladri, mafiosi, figli di puttana"; è tutto verbalizzato da una nota del Ministero dell’Interno. Contro il palazzo vennero tirate monetine con delle fionde sicchè una porta di vetro andò in frantumi. Gli slogan chiedevano lo scioglimento delle Camere. Pochi giorni prima un parlamentare di An si era presentato con la maglietta [un vero must, ndr] "Fuori il bottino, dentro Bettino" e alcuni suoi colleghi avevano roteato delle spugnette indossando dei guanti bianchi, ciò mentre un altro deputato di An ciondolava un paio di manette e ancora un altro deputato leghista srotolava un celebre cappio».