martedì 31 maggio 2011

Canale Pisapia


"Prima ha piovicciato piano piano e poi è piovuto a dirotto. La gente non sapeva dove andarsi a riparare, perchè non c'era niente lì, solo le buche o i picchetti di legno per terra delle fondazioni ancora da scavare. Però di gente ce n'era in gran quantità. Ci avevano fatto venire tutti perchè - lei capisce - viene il Duce a fondare una nuova città e tu non gli fai trovare nessuno? [...] Poi, come lei sa - perchè sta nei libri di storia - appena è arrivata la macchina del Duce ha smesso di piovere ed è uscito fuori un sole anche qui che in cinque minuti ha asciugato tutto quanto".

Antonio Pennacchi, Canale Mussolini

giovedì 26 maggio 2011

Ultimo tango a Milano


"Nessuno ha il coraggio di rinfacciare alla Moratti la disfatta, eppure tutti nel partito sapevano che partiva dal 40%: guadagnando un punto e mezzo le è già andata di culo. Nessuno osa dire che ha sbagliato Berlusconi a dare ai giudici dei brigatisti o a fare i comizi sotto Palazzo di Giustizia. Allora dicono che è colpa del Giornale, dei falchi, della Santanchè. Rispondo che sono ipocriti: se critichi il Giornale, che sostiene le posizioni di Berlusconi, critichi il capo del partito". 

Alessandro Sallusti, Vanity Fair 

martedì 24 maggio 2011

L'arma segreta


Tra gli ufologi è diffusa la convinzione che dietro la storia dell'arma segreta che avrebbe consentito al Terzo Reich di ribaltare le sorti della seconda guerra mondiale vi fosse proprio il progetto di un ufo: i nazisti stavano davvero lavorando a nuove armi fantascientifiche, e tra queste vi erano appunto i dischi volanti. Leggende moderne a parte, si sa che Hitler dopo lo sbarco alleato in Italia convinse (o costrinse) Mussolini a rimanere al suo fianco anche con l'argomentazione che la Germania stava sfornando un'arma segreta che avrebbe consentito ai nazisti di sbaragliare tutti i nemici. 
La storia ha poi mostrato che dietro la promessa delle armi segrete vi era il nulla, ovvero un disperato tentativo della propaganda nazista di convincere la popolazione tedesca a credere sino all'ultimo nella "vittoria finale". La storia dell'arma segreta di Hitler me l'hanno fatta venire in mente le ultime dichiarazioni di Pdl e Lega Nord prima del ballottaggio di Milano. Infatti Calderoli giovedì annunciava una grossa sorpresa che avrebbe dovuto cambiare il modo di pensare dei milanesi in vista dei ballottaggi. Tale sorpresa si è poi rivelata essere niente popò di meno che il trasferimento di alcuni ministeri da Roma a Milano. Un'arma segreta decisamente spuntata, buttata lì senza avere nulla di serio dietro, che ha fatto incavolare più gente che altro. Forse per Silvio e Umberto era meglio promettere direttamente gli ufo.

lunedì 23 maggio 2011

Fasciocomunismo? Molto meglio pensare ad un liberalfuturismo


Premetto che il fasciocomunista è uno dei miei libri preferiti. Premetto che considero Antonio Pennacchi un grandissimo scrittore e un intellettuale che ci vede molto avanti (forse troppo?). Premetto che se non mi fossi avvicinato a GenerazioneItalia prima e Futuro e Libertà dopo non avrei imparato tutte le cose che adesso so sulla storia politica di Fini, l'Msi, Almirante, Rauti, lo sfondamento a sinistra, il fascismo immaginario e, appunto, il fasciocomunismo. Perchè prima che Gianfranco Fini mandasse a quel paese Berlusconi non avevo mai militato in un partito e nemmeno pensavo di farlo. Non conoscevo le storie dei Briguglio, Granata, Perina, nè di tutti gli altri. Premetto che ringrazio il Pennacchi per averci messo la faccia a Latina, per aver provato a svelare l'ipocrisia di chi, finite le ideologie del '900, continua a utilizzarne gli schemi per vincere facile. 
Tuttavia un pensiero sul fasciocomunismo ce l'ho e ho voglia di esprimerlo: per me è il passato, o meglio, un'incompiuta del passato. Fli non può essere fasciocomunista, perchè indietro non si torna e non è possibile cambiare oggi le scelte del passato. Non si può costruire qualcosa di nuovo nè arrivare ai giovani d'oggi utilizzando quelle parole, "fascista" e "comunista", da cui siamo ormai distanti anni luce. 

venerdì 20 maggio 2011

Tahir, Madrid


Ho vissuto quasi un anno a Madrid, ma Sol così non l'avevo mai vista: los acampados protestano da cinque giorni e cinque notti. Il movimento 15-M sembra aver incantato i giornali spagnoli, soprattutto el Pais. Non so in cosa si tramuterà questa Tahir spagnola, se rimarrà una manifestazione di protesta o si tramuterà in un movimento politico (dicono che l'idea sia quella di prendere a modello il Movimento 5 Stelle di Grillo), ma un primo risultato los indignados l'hanno già ottenuto: tutti in Spagna ne parlano. Delle loro rivendicazioni, alcune sono interessanti e suggeriscono spunti di riflessione. 
Innanzitutto il tema della rappresentanza politica: i giovani (e meno giovani) scesi in piazza non si sentono rappresentati dai partiti dell'arco parlamentare: non dal PP, ma nemmeno dal PSOE. Posso sbagliarmi, ma la mia senzazione è che quello del 15-M sia un movimento politicamente egemonizzato da gruppi spontanei a sinistra del PSOE e anarchici. A causa del sistema elettorale spagnolo alle elezioni politiche del 2008 Izquierda Unida, pur essendo numericamente il terzo partito del Paese con 963.040 voti (pari al 3,8%), riuscì ad ottenere solamente 2 seggi in Parlamento: a livello nazionale c'è quindi un vuoto lasciato dalla coalizione della sinistra spagnola che in qualche modo deve essere colmato. 
Ciò non toglie che alcune delle istanze presentate dagli acampados siano molto condivisibili: il grido di allarme per la disoccupazione giovanile al 43%, la protesta contro le liste sporche piene di candidati indagati per corruzione, la richiesta di un sistema di finanziamento dei partiti chiaro e trasparente. Sono insomma problematiche non solo spagnole,  ma anche italiane, e alle quali i partiti politici, se non vogliono perdere consenso e credibilità, dovranno dare risposte forti e chiare. Sia in Spagna sia in Italia. 

lunedì 16 maggio 2011

La legge del contrappasso


Chi scrive ama il bel calcio e i bei giocatori, quelli che la palla sanno che è rotonda e la sanno accarezzare come si conviene a una bella ragazza. Puoi essere alto quanto vuoi e grosso come un'armadio ma se non sai fare due passaggi giusti di fila è meglio che ti dai alla lotta greco-romana. La regola che al calcio deve giocare chi ha i piedi buoni in Italia qualcuno sembra essersela dimenticata: mettiamo fisico e tattica sopra tutto il resto e coltiviamo sempre meno talenti. Ma si sa, i campionati non li vincono gli schemi di Delneri (anche se magari quelli ti salvano il Chievo): per vincere veramente qualcosa devi essere imprevedibile. I campionati (e le Champions) li vincono quelli con i piedi buoni. 
E quando d'estate mandi via quelli giovani con i piedi buoni come Giovinco per comprare a gennaio un LucaToni ormai tramontato (massima stima per il numero uno che fu, ma sottolineo: "che fu"), è giusto che l'anno prossimo non giochi neanche l'Europa League. E' la legge del contrappasso

lunedì 9 maggio 2011

Il confronto dimezzato


Da qualche tempo Skytg24 ha lanciato la campagna "Chiedi il confronto", per stimolare i politici italiani ad accettare i confronti televisivi così come avviene negli altri paesi europei. L'iniziativa è lodevole perchè troppi leader nazionali hanno paura del dibattito aperto e si rifugiano troppo spesso dietro a interviste concordate e conferenze stampa prive di contraddittorio. Inoltre i telegiornali italiani quando parlano di politica si limitano a sfornare in gran quantità i cd. panini, ovvero quei servizi dove vengono sovrapposte una ad una le dichiarazioni dei politici di turno. 
In occasione delle elezioni amministrative del 2011 Skytg24 si appresta a mandare in onda i confronti tra i candidati a sindaco delle città di Bologna, Napoli, Milano e Torino. Purtroppo sembra però che la stessa Sky non abbia ben applicato i medesimi principi che è andata pubblicizzando in questi mesi. Infatti il confronto milanese, ad esempio, sarà solamente tra Letizia Moratti e Giuliano Pisapia: in questo modo vengono esclusi gli altri due candidati principali, ovvero Manfredi Palmeri del Nuovo Polo e Mattia Calise del M5s. E' indubbio che quest'ultimi rappresentano un'ampia fascia di elettorato, considerando che il candidato di Fli/Api/Udc veniva dato dai sondaggi tra l'8 e il 10%, mentre il "grillino" intorno al 5%. A loro viene così negata da Sky la possibilità di rivolgersi, attraverso un confronto diretto con la Moratti e Pisapia, a quel 40% tra cittadini indecisi e propensi ad astenersi.

giovedì 5 maggio 2011

Cancellato Osama


2/5/2011 Barack Obama in tv: "Bin Laden è morto".
4/5/2011 Obama: niente foto di Bin Laden morto.
6/5/2011 Al Quaeda ammette: "Osama è morto".

mercoledì 4 maggio 2011

L'invenzione della "guerra a termine"


Da «il mio amico Gheddafi? Non lo disturbo» (Silvio Berlusconi) e «la Libia? Un modello di dialogo con le popolazioni» (Franco Frattini) siamo passati ai raid missilistici su Tripoli. Pressati dagli alleati, in particolare dalla Francia, anche l’Italia ha infine dovuto riconoscere che il rais libico non può più rimanere al suo posto. E tanti saluti al c.d. “Trattato di amicizia” con la Libia, per il quale un anno fa accampammo il dittatore beduino nella seicentesca Villa Pamphili, gli tributammo tutti gli onori col Carosello dei Carabinieri e ci rendemmo ridicoli al mondo permettendogli di insegnarci il Corano. «L’Islam dovrebbe diventare la religione di tutta l’Europa» disse protetto dalle sue amazzoni di fronte a 500 ragazze ben retribuite.   
Prima della presentazione della mozione Pdl-Lega-Responsabili, nei confronti della Libia ormai pensavo di averle viste tutte da parte del Governo. Non è così, perché la Lega Nord è riuscita a inventarsi la “guerra a termine”: d’ora in avanti infatti si avranno «tempi certi da comunicare al Parlamento per concludere le azioni militari». E se in Libia o in un altro paese qualcuno vuole continuare a fare la guerra oltre il termine deciso dall’Italia, affari loro: noi ce ne andiamo a prescindere. Che fissare “tempi certi” per le missioni sia impossibile lo ha detto subito anche l’ammiraglio Rinaldo Veri, capo della componente navale delle forze alleate in Libia: «i progressi sono lenti ma costanti. La missione si concluderà solo quando tutte le truppe pro-Gheddafi si saranno ritirate e non ci saranno più minacce per i civili, come previsto dalla risoluzione 1.973 delle Nazioni Unite».