domenica 20 novembre 2011

Madama d'America

Uno pensa che Davis, University of Calafornia, sia uno dei pochi posti veramente civili al mondo. Poi guarda questo video e la nonchalance con cui la polizia americana spara in faccia a dei ragazzi seduti per terra dello spray urticante. Poi vede l'immagine di Portland. Poi sente che a New York, quando la polizia sgombera Occupy Wall Street, ne mette dentro direttamente quasi 300, così, per star sicuri. E vagli a dire che non stavi facendo niente. 
Altro che controllo dei documenti. In confronto la polizia italiana è una vera Madama. 

martedì 15 novembre 2011

Sic transit gloria mundi


Chissà se nel commentare la sorte di Gheddafi, Silvio Berlusconi stesse pensando solo un po' anche a se stesso. Il tono melanconico dell'ex primo ministro nel videomessaggio dell'altro giorno somiglia a quello del requiem per il dittatore africano, e in generale è stato una costante da un anno a questa parte. Fini, Ruby, il duo Merkel-Sarkozy, i pm milanesi e napoletani, l'Economist: sono stati solo alcuni dei protagonisti della guerra di Silvio. 
Una guerra che ha appassionato il suo governo molto più delle reali condizioni del Paese. L'Italia ha perso almeno un anno di tempo bloccato da un gruppo politico inadeguato alla situazione. Tra uno Scipoloti e una Santanché, il governo meno liberale degli ultimi 150 anni ha tirato a campare vivendo alla giornata, facendo intanto terra bruciata dietro di sé.
Per questo non ho festeggiato molto - a parte un boccale di birra olandese - la caduta di SB. Il timore è che sia arrivata troppo tardi. Il rimorso è quel 14 dicembre 2010, quei tre miseri voti che decretarono con la fiducia in extremis al Governo la sconfitta di Fini e l'inizio dell'agonia per tutto il Paese. E' incredibile quanto le scelte di pochi singoli possano mutare il destino di una Nazione. Se SB fosse caduto il 14/12, molto probabilmente oggi il Governo Monti avrebbe già un anno, qualche riforma importante alle spalle e una stabilità invidiabile. Invece oggi siamo con l'acqua alla gola dopo esser divenuti il principale problema di un'Europa che rischia di colare a picco (non solo però per colpa nostra; vedasi spt al riguardo decisioni franco-tedesche molto egoiste e poco lungimiranti).
"Sono così effimere le cose nel mondo": viene ancora da chiedersi se sia così vero. O meglio, per Gheddafi sicuramente, ma Berlusconi è presente sulla scena politica da 17 anni e ha presieduto 4 governi. Non solo: anche prima di scendere direttamente in campo era grande amico di Craxi e finanziava anche altri partiti oltre ai socialisti. Oggi SB non sarà più un campione, ma intanto è ancora qui. Di certo ci siamo scrollati di dosso un peso (massimo), ma ce ne rimangono molti altri. Tanti gerontoconservatorismi da abbattere. 
In ogni caso, il mio auspicio per i prossimi mesi/anni è che gli italiani smettano di scavarsi la fossa e inizino invece a costruire grattacieli, ripartendo dalle fondamenta.

sabato 5 novembre 2011

In the name of God and Italy

Ci sono 60 milioni di italiani, ma qualcuno di questi è ancora convinto che solo uno di loro, il cittadino Silvio Berlusconi, possa governare l'Italia. La storia insegna però che i così autodefinitisi "uomini insostituibili" hanno spesso e volentieri affondato i loro Paesi. E questo sembra di nuovo essere il caso dell'Italia, in balìa di un uomo (e sottolineo "un": non siamo infatti in presenza di una pluralità di colonnelli armati, come altrove e in altro tempo) che non ammetterà mai di non farcela, di non esserne in grado, di non sapere nemmeno come fare.
La irragionevole resistenza con la quale il cittadino Berlusconi rimane attaccato alla sua poltrona di primo ministro è la più vivida conferma della sua disperazione. Egli sa di essere alla fine e pur di vivere ancora un po', un minuto in più, è pronto a tutto. Anche a far fallire l'Italia. Perchè di questa Italia a lui non gliene può fregare de meno. E' già un cadavere che cammina.

5 novembre, pioggia e fuoco. Tiratelo giù, per dio