sabato 17 settembre 2011

L'apartheid italiano nel mercato del lavoro


Per descrivere il dualismo oggi esistente in Italia nel mercato del lavoro è ormai lecito e non eccessivo parlare di "apartheid". In Sudafrica esso fu un regime razziale supportato da una motivazione culturale prima che economica molto robusta, ovvero la necessità che una minoranza ricca ed estremamente capitalizzata, quella bianca, rimanesse proprietaria della maggior parte delle risorse salvaguardando i propri privilegi e il proprio dominio su una popolazione nera, la stragrande maggioranza, affamata non solo dal punto di vista alimentare ma anche e soprattutto da quello della ricerca di opportunità. 
In italia è presente oggi un regime di apartheid forse più sfumato ma comunque inflessibile: difatti di fronte ad una fetta di garantiti e tutelati che va via via assottigliandosi col tempo abbiamo una fascia sempre più grande di esclusi e non garantiti, di precari. 

venerdì 16 settembre 2011

"Non me lo approvano i fascisti. Fini non ci sta".


Ma non era il 'compagno Fini'? E noi non eravamo i 'finiani traditori'?. A parte smascherare tali strumentali accuse, la telefonata dell'ottobre 2009 tra Silvio Berlusconi e Valter Lavitola, da una parte ci mostra un Primo Ministro stanco e costretto a dare retta a faccendieri d'ogni risma, e dall'altra dimostra che, all'origine del conflitto che portò alla scissione di Fli, c'era principalmente il rifiuto finiano di sottoscrivere ulteriori leggi ad persona. 
Fu quindi sulla legalità e sul senso dello Stato che si è spaccò il Pdl. E chi alzò la testa lo fece per dire un coraggioso "basta".