lunedì 14 giugno 2010

10 motivi per odiare la vuvuzela


1) Toccateci tutto ma non il mondiale. Lo aspettiamo per 1450 giorni: ogni 4 anni vorremmo seguire per un mese tutte le partite in santa pace. La vuvuzela ha preso il posto della mamma come rompiscatole ufficiale, con l'aggravante di stare lì per tutta la partita.
2) Rumore. La vuvuzela non è uno strumento musicale. Non emette suoni, nè note, bensì solo rumore. Un sacco di rumore. E' come avere un calabrone nell'orecchio per 90 minuti.
3) Disturba i giocatori. Friedrich (Germania), Pazzini (Italia), Cristiano Ronaldo (Portogallo) e Gourcuff (Francia) sono solo alcuni dei giocatori che si sono lamentati del rumore delle vuvuzelas. In particolare tutti lamentano come sia difficile parlare con i compagni: "non si sente niente!".
4) Il gioco ne risente. Diretta conseguenza della mancanza di comunicazione tra i giocatori sono i passaggi sbagliate e le palle perse dovute a fraintendimenti tra compagni di squadra. I pochi gol segnati finora ne sono una prova.
5) Interessi commerciali. Uno dei principali motivi per i quali non sono state abolite, è dato dalle grosse perdite economiche che avrebbero subito le imprese fabbricanti. Il giro d'affari durante i mondiali della sola Masincedane Sport, leader del settore, è stimato in 2 milioni di dollari.
6) Utilizzo improprio. La suonassero solo quando c'è un gol, potremmo farla passare, ma 90 muniti filati sono tanti. Se li moltiplichiamo per tutte le 63 partite decisamente troppi. Perchè amico sudafricano devi festeggiare anche i falli laterali?
7) Può rendere sordi. Il livello di intensità del suono di una vuvuzela può arrivare fino a 127 decibel, solo 3 dB in meno del motore di un aeroplano (130 decibel), e solo 13 dB in meno rispetto la soglia del dolore (140 decibel). Dannosa oltre che fastidiosa.
8) Rispetto. Per favore smettetela...
9) Brutta. Esteticamente, l'è quel che l'è. Sembra di mettersi in bocca un cono da lavori in corso.
10) La rovina del calcio. Massimo rispetto per la cultura sudafricana di cui quest'oggetto fa parte, ma allo stadio si va pur sempre per tifare, non solo per festeggiare. Va bene de Coubertin e "l'importante è partecipare", ma se vuoi fare casino, incita la tua squadra: magari è la volta buona che vince una partita.