sabato 8 maggio 2010

Totti, Zidane e Balotelli


"Sul campo non si riescono sempre ad ignorare offese così pesanti a livello personale e insulti contro una città e un intero popolo". Sul sito ufficiale di Francesco Totti campeggia ancora oggi questa scritta. Più che una spiegazione sembra che il capitano giallorosso cerchi una scusa, come fece Zidane dopo aver rifilato la celeberrima testata a Materazzi durante la finale di Germania 2006. In quel caso il francese si giustificò davanti all'intera nazione dicendo sostanzialmente che se a un uomo si toccano la mamma e la sorella, questo non può esimersi da farsi giustizia da sé. Una nazione intera gli dette ragione e non ci fu nemmeno bisogno di perdonarlo. 
Totti segue la stessa linea: chiama a raccolta il suo popolo sapendo che questo è sempre e comunque con l'ottavo re di Roma. Di più: un'offesa a Totti e un'offesa a Roma sono le stessa cosa.
Chi ha giocato seriamente a calcio sa che gli insulti sono all'ordine del giorno durante le partite. Ci sono sempre stati e sempre ci saranno perché sono il metodo più facile per destabilizzare psicologicamente l'avversario e non costano nulla: se vieni insultato da un avversario ti girano, ma mica puoi chiedere all'arbitro di ammonirlo!
Sarebbe più onesto in questi casi ammettere i veri motivi per cui vai a rincorrere Balotelli rifilandogli il calcione da dietro: perchè stai perdendo la Coppa Italia e non ci puoi fare nulla, perchè l'Inter è più forte e vincerà anche il campionato, perchè è un momento di merda e ti tocca anche entrare anche dalla panchina con la squadra già sotto, vuoi spaccare tutto ma stasera sei solo in grado di spaccare la gamba a quel negro che ti ha rubato la palla.