mercoledì 19 maggio 2010

Perché io spirito liberale scelgo GenerazioneItalia


Sinceramente non credevo che avrei scritto un post simile a così poca distanza di tempo dalla creazione di questo blog. Era il 25 ottobre 2009 quando inauguravo questo sito – cui avevo invitato a contribuire alcuni tra i miei migliori amici – scrivendo di Alberto Manzi e del suo encomiabile impegno ad educare attraverso la televisione tutti quegli italiani che per età, guerre e altre sventure si ritrovavano negli anni sessanta ancora analfabeti. L’esempio del maestro Manzi mi portò alla considerazione di quanto fosse indispensabile per l’Italia riavere gente come lui che insegnasse agli italiani i principi più basilari, non solo della lingua, ma anche della convivenza civile. 
Io credo infatti che questa Italia che amo alla follia abbia assoluto bisogno di una scossa che la faccia uscire dal suo torpore, di un movimento popolare che torni a insegnare e spiegare i valori sui quali deve costruirsi una repubblica: come   dice Gustavo Zagrebelsky, quando le usiamo, dovremmo fermarci un momento a considerare il vero significato delle parole. La res-publica è - lo dice lo stesso nome latino - la cosa di tutti. Quindi una cosa che tutti dobbiamo curare come nostra, tenerla stretta e non buttarla via, mai.
Durante questi mesi curare SpiritiLiberali mi ha consentito di elaborare un pensiero assolutamente critico su come venga gestita oggi la cosa pubblica e su quali non-valori imperversino nelle stanze di chi decide quale eletto dal popolo.
Politicamente mi riconosco in idee liberali e progressiste. Oggi più che mai abbiamo bisogno di quella rivoluzione liberale auspicata da Piero Gobetti negli anni venti, locuzione nel tempo usata e stuprata da chi liberale lo è solo a parole e non nei fatti. Complicate teorie economiche trovano in me poco spazio: essendo io un giurista mi occupo essenzialmente di diritti. E il vedere in questi mesi e anni calpestati tanti diritti costituzionali mi ha gettato molte volte nello sconforto, a pensare ad un’Italia senza speranza.
La prima cosa che dicono i professori di diritto costituzionale è che noi abbiamo la più bella Costituzione del mondo. Chi ha studiato un po’ diritto sa che è vero: così bella che altri paesi, quali la Spagna e il Portogallo, che sfortunatamente hanno raggiunto la libertà dal fascismo dopo di noi, ce l’hanno copiata. Vedere questa Costituzione, custode dei diritti di tutti gli italiani, calpestata in ragione di avidità personali per me non è tollerabile. Non mi basta più scrivere, criticare ferocemente, sfogarmi con parole lanciate al vento (meglio alla rete): è il momento che anch’io faccia qualcosa.
Poco tempo fa ho postato su questo blog il famoso discorso di Piero Calamandrei agli studenti milanesi. Correva l’anno 1955 e diceva: “la politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai”. L'ho ascoltato molte volte e poi mi sono chiesto: ma un senso di asfissia quanti giovani italiani come me lo sentono? Tanti. E perché? Perché ventenni, trentenni e quarantenni sono la generazione dei precari, dei co.co.co., del mutuo strappato coi denti, del “stai a casa coi tuoi che è meglio”, del “non vorrai mica sposarti a quest’età?”, dei figli scomparsi, delle famiglie perdute.
Dal titolo sapete già come finisce questo post e quindi arrivo al dunque; l’idea è pazza, assurda, incomprensibile ma sento che è giusta. Con altri spiriti liberali che hanno contribuito a questo blog abbiamo deciso di iscriverci a GenerazioneItalia e iniziare da qui a dare il nostro contributo alla res-publica., alla politica intesa come vita cittadina, vita di insieme. Abbiamo scelto la parte del Presidente
Gianfranco Fini perché è oggi lui colui che esprime al meglio le idee liberali, laiche, sociali e anche radicali che intendiamo difendere all’interno di quello che speriamo diventi un grande movimento (non un partito né una corrente) in grado di influenzare la politica del maggiore partito italiano in senso progressista e riformatore. Crediamo ciecamente nel nuovo corso del Presidente Fini e nel nuovo motto della destra italiana: “l’Italia a chi la ama”.