mercoledì 14 aprile 2010

Così facevan tutte


Due notizie in un colpo solo. La prima: le nuove telefonate riguardanti l’Inter sono state acquisite agli atti del processo penale di Napoli su Calciopoli. La seconda: in base alle stesse intercettazioni la federazione ha aperto una nuova inchiesta, ribattezzata subito Calciopoli bis. Un’unica conseguenza: le nuove prove sono chiare e lo “scudetto degli onesti” adesso rischia sul serio. La verità che emerge ora è infatti che uno e uno solo era il sistema, tollerato e favorito da Figc e Lega Calcio, e che non solo la Juventus – come i vertici federali ci hanno fatto credere – faceva pressioni per ottenere arbitri condivisi.
Dal punto di vista penale, sono sicuro che l’accusa di associazione a delinquere cadrà e Luciano Moggi verrà assolto. Per quali delitti si sarebbero associati Moggi e co.? La frode in competizioni sportive è da escludere. La norma punisce «chiunque offre o promette denaro o altra utilità a taluno dei partecipanti ad una competizione sportiva organizzata dalle federazioni riconosciute dal CONI, al fine di raggiungere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento della competizione, ovvero compie altri atti fraudolenti volti al medesimo scopo». Anche il Pubblico Ministero migliore si troverebbe in grossa difficoltà a provare come Moggi avesse offerto “denaro” o anche un’“altra utilità” ai vertici dell’Aia: perché così non è stato. I vantaggi che la Juventus ottenne derivarono dallo sfruttamento di rapporti personali che la dirigenza bianconera aveva instaurato con l’Aia e la Figc. La triade era insomma la più brava in ciò che faceva: agganciare e influenzare chi sceglieva gli arbitri. Tuttavia non con un fine criminoso.
Se accettiamo il fatto che non vi furono illeciti penali, dobbiamo allora concentrarci su quelli sportivi. E qui entrano in gioco le nuove telefonate recentemente uscite, non discusse né approfondite dall’indagine di Calciopoli. Se si è trattato di illeciti, tutti ne hanno commessi, perché tutti hanno cercato di influenzare i vertici arbitrali. Se non li ha commessi Moggi, non ne hanno commessi nemmeno gli altri. 
“Così facevan tutte” potrebbe essere il titolo di Calciopoli se fosse messa in scena come opera teatrale (o come un film di Tinto Brass). La sensazione che si sia venduta alla stampa una storia, una “bufala” (per usare il termine corretto, usato da Oliviero Beha) è forte. Si sono liberati solo di certa gente ormai antipatica e sgradita, mentre ci hanno fatto credere che Moggi fosse il Joker, e che gli altri fossero i buoni. Ma anche Batman ha un lato oscuro.