martedì 19 aprile 2011

La mia Europa contro il Pdlega e la destra feltriana


Fa male vedere un governo italiano così in crisi di consenso e di risultati che, non sapendo più con chi prendersela, minaccia di uscire dall'Unione Europea. Quando Gianfranco Fini ormai più di un anno e mezzo fa ammonì il Pdl avvertendo che il partito si stava riducendo ad andare a rimorchio della Lega Nord venne dapprima isolato e poi espulso nella maniera che tutti ricordiamo. Successivamente furono tanti i moderati come Alfredo Biondi che lasciarono Berlusconi, colpiti dalla maniera stalinista di gestione del partito. Oggi la deriva populista di quella che doveva essere la grande casa dei liberali e dei moderati di centrodestra è ancor più evidente. Il Pdl segue a ruota la Lega Nord su tutti i principali temi, dall'immigrazione alla guerra in Libia e non è in grado di distinguersi da essa se non in relazione alla guerra contro la procura di Milano e alle leggi ad personam in tema di giustizia. 
La conseguenza è un cocktail di governo esplosivo, che mira a cavalcare qualsiasi paura della gente, in ultimo l'euroscetticismo. Che l'UE stia attraversando un periodo di difficoltà è sotto gli occhi di tutti: il processo di unificazione politica, oltre che economica, è in stallo; molti paesi faticano a riprendersi dalla crisi finanziaria che ha colpito il continente, e quelli che si sono ripresi meglio sono restii ad aiutare i c.d. pigs; la concorrenza di Paesi come Brasile, Cina e India si fa sentire e sembra condannare l'europa in futuro a un ruolo di comprimaria. A tutto questo si aggiunge la perdita di compattezza in seno all'UE: Francia e Germania dovrebbero essere i paesi-guida ma stanno rinunciando a questo ruolo a causa di problemi politici interni, l'Italia continua a perdere credibilità e appare sempre più inaffidabile ostaggio dei cultori del bunga bunga, l'allargamento a est non sembra essere riuscito per il meglio, i movimenti nazionalisti e xenofobi continuano a crescere in generale in tutti i paesi dell'UE, soprattutto al nord come in Olanda e in Finlandia.     
La tendenza è chiara e non è incoraggiante per l'UE. Se i partiti nazionalisti continuassero la loro avanzata anche in futuro, l'Europa rischierebbe clamorosi passi indietro. Sarebbe veramente un "suicidio collettivo", una cosa abnorme fuori dalla storia. L'Italia fa in negativo la sua parte, dal momento che la linea la detta la Lega: a un partito che non gliene frega nulla dell'Italia, dell'Europa gliene frega ancora meno. La stampa di destra (quella feltriana, pur sempre la più seguita) soffia sul fuoco dell'euroscetticismo assecondando il Pdlega, ormai guidato da Bossi e Tremonti. Il vento che tira, insomma, non è buono. 
La mia generazione sa però che l'Europa è il futuro. Abbiamo un libero mercato e una moneta unica, possiamo girare liberamente in 27 paesi, abbiamo lingue simili, la cultura cristiana in comune e un interscambio continuo nei più disparati campi, da quelli imprenditoriali a quelli scientifici ed educativi. Studiamo a scuola la filosofia tedesca e la storia delle guerre e della pace che abbiamo fatto insieme, all'università andiamo in Erasmus e quando torniamo piangendo ci rendiamo conto che alla fine siamo tutti uguali, andiamo in vacanza dalla Grecia a Capo Nord e siamo convinti che le spagnole e le svedesi siano le più belle. Viviamo la stessa storia. 
Ora questo governo, questo Pdlega, questi Tremonti Bossi Berlusconi minacciando di toglierci l'Europa minacciano di toglierci il futuro. Ma io non ci sto e so che la mia Europa non ci starà.