martedì 12 ottobre 2010

Bene o male, purché se ne parli


Sono anni che il meglio degli opinionisti politici ci dice che attaccare Silvio Berlusconi sfruttando le inchieste giudiziarie e gli scandali personali è inutile, perchè ciò gli consente di presentarsi come una vittima giustificando gli attacchi che subisce come prove di un disegno eversivo che accomuna toghe rosse e giornali comunisti. Questa visione è condivisa da molti, sia giornalisti che politici, tanto che per riuscire a batterlo si viene sempre consigliati di portare il Cavaliere sul campo di battaglia delle proposte e delle idee (cosa che la sinistra spesso e volentieri non è riuscita a fare, perdendo tre volte).
Oggi che il governo Berlusconi perde consensi e che in due anni è riuscito a fare poche o nulle riforme liberali (vedasi l’Indice delle Liberalizzazioni 2010 a cura dell’Istituto Bruno Leoni), impegnato tra lodi alfano e leggi anti-intercettazioni, qualcosa sembra essersi rotto, forse proprio perché qualcuno all’interno del centro-destra ha portato il dibattito dal piano degli attacchi personali a quello delle idee.
Intanto il continuo crescere di credibilità del presidente della Camera si spiega con la creazione di un vasto movimento culturale (dalla Fondazione FareFuturo a Libertiamo) i cui esponenti rappresentano i suoi uomini più fidati e consiglieri politici. Se da una parte c’è chi scende, dall’altra c’è chi sale: ma allora non è che quella legge non scritta che sconsigliava gli attacchi personali stia ora soffiando a favore di Fini, come prima fece per Berlusconi?
Non è che le mosse dei vari Feltri e Belpietro, impegnati tutti i giorni alla ricerca di scheletri negli armadi da tirare fuori contro il nuovo nemico interno, oltre ad essere inutili, in realtà rafforzino l’ex leader di AN? Non è possibile che si sia messo in moto lo stesso meccanismo che a lungo ha impedito a Berlusconi di essere soverchiato dalle sinistre, ma questa volta a favore del presidente della Camera? Non è che il muro contro muro promosso dai falchi del Pdl contro le colombe finiane si stia rivelando assolutamente controproducente per i predatori?
Tutte queste sono domande che anche in casa Libero di recente qualcuno ha iniziato a porsi: infatti una persona colta e intelligente come Giampiero Mughini qualche tempo fa invitava il proprio giornale ad aprire il “recinto”, affrontando la questione Fini “non come un inciampo del centro-destra, ma come una risorsa e un arricchimento”.
Paradossalmente, se Fini diventa oggi il nemico pubblico n° 1 in Italia, questo ruolo non può più essere rivendicato da Berlusconi. Il rischio di rubargli la scena è allora molto elevato. “Bene o male, purché se ne parli”: Oscar Wilde l‘aveva già detto.