Il Consiglio di Amministrazione della RAI ha approvato lo scorso 26 maggio il bilancio 2009 del gruppo, che registra una perdita di 61,8 milioni di euro all'anno. Davvero interessante: se l'estate passata il direttore generale Mauro Masi non avesse rifiutato la generosa offerta di Sky, che garantiva alla rete pubblica circa 67,8 milioni di euro l'anno, oggi il bilancio Rai avrebbe potuto essere per la prima volta in attivo.
Rapido riassunto: Sky per distribuire sul satellite i programmi di Raisat (e cioè, Extra, Premium, YoYo, Smash e Gambero Rosso) era pronta a mettere sul piatto 350 milioni di euro per sette anni. Non solo, alla cifra precedente andavano aggiunti altri 75 milioni di euro (parametro relativo al contratto 2008) per l’accordo di «output dial» concernente i prodotti cinematografici distribuiti da Raicinema e altri circa 7 milioni di euro l’anno per i proventi pubblicitari ricavati dalla Rai sulla piattaforma di Sky (per sette anni sono altri 49 milioni di euro). Per un totale, dunque, di circa 475 milioni di euro. Una cifra enorme, pari quasi al doppio del capitale sociale dell’azienda che è di circa 242 milioni 518 mila euro.
Il danno che le scelte dei vertici Rai hanno provocato è evidente, ancora di più se si pensa che le perdite Rai vengono ripianate con soldi pubblici, i quali di questi tempi scarseggiano. La scelta di Masi non si può spiegare se non con motivazioni politiche, quale politica è la sua carica: questa dirigenza Rai verrà ricordata per la creazione del neologismo Raiset. Rai e Mediaset sono infatti unite contro la flotta di Sky capitanata da Murdoch: entrambe hanno deciso di puntare principalmente sul digitale terrestre, ma anche sul satellite hanno deciso di andarci insieme con la creazione della piattaforma TivùSat.