Ho vissuto quasi un anno a Madrid, ma
Sol così non l'avevo mai vista:
los acampados protestano da cinque giorni e cinque notti. Il movimento 15-M sembra aver incantato i giornali spagnoli, soprattutto
el Pais. Non so in cosa si tramuterà questa Tahir spagnola, se rimarrà una manifestazione di protesta o si tramuterà in un movimento politico (dicono che l'idea sia quella di prendere a modello il Movimento 5 Stelle di Grillo), ma un primo risultato
los indignados l'hanno già ottenuto: tutti in Spagna ne parlano. Delle loro
rivendicazioni, alcune sono interessanti e suggeriscono spunti di riflessione.
Innanzitutto il tema della rappresentanza politica: i giovani (e meno giovani) scesi in piazza non si sentono rappresentati dai partiti dell'arco parlamentare: non dal PP, ma nemmeno dal PSOE. Posso sbagliarmi, ma la mia senzazione è che quello del 15-M sia un movimento politicamente egemonizzato da gruppi spontanei a sinistra del PSOE e anarchici. A causa del sistema elettorale spagnolo alle elezioni politiche del 2008 Izquierda Unida, pur essendo numericamente il terzo partito del Paese con 963.040 voti (pari al 3,8%), riuscì ad ottenere solamente 2 seggi in Parlamento: a livello nazionale c'è quindi un vuoto lasciato dalla coalizione della sinistra spagnola che in qualche modo deve essere colmato.
Ciò non toglie che alcune delle istanze presentate dagli acampados siano molto condivisibili: il grido di allarme per la disoccupazione giovanile al 43%, la protesta contro le liste sporche piene di candidati indagati per corruzione, la richiesta di un sistema di finanziamento dei partiti chiaro e trasparente. Sono insomma problematiche non solo spagnole, ma anche italiane, e alle quali i partiti politici, se non vogliono perdere consenso e credibilità, dovranno dare risposte forti e chiare. Sia in Spagna sia in Italia.