“Molti giornalisti sono ancora sconvolti perché dopo il passaggio dell’uragano Katrina a New Orleans, nell’agosto del 2005, furono rubati dei televisori. Ma cos’è più importante, una tv o la vita umana? Mentre le persone morivano sui tetti delle case, nel caldo soffocante delle loro soffitte o sulle soprelevate della città, abbandonate a loro stesse, i mezzi di informazione cominciavano a essere ossessionati dai saccheggi. A quel punto il sindaco di New Orleans e il governatore della Louisiana decisero di proteggere le cose invece delle persone.
Alcuni bianchi che si trovavano sulla sponda del fiume opposta a New Orleans erano così spaventati che decisero di farsi giustizia da sé prendendo in mano le armi. Cominciarono a sparare ai neri, che secondo loro erano tutti ladri e criminali. I cadaveri in decomposizione di alcune delle vittime furono ritrovati a settembre lontano dalla zona delle alluvioni. I mezzi di informazione girarono la testa dall’altra parte”. Così scrive Rebecca Solnit, saggista e scrittrice statunitense, in suo articolo comparso su Tomdispatch.com e ripreso questa settimana da Internazionale.
Da Haiti ci arrivano le foto degli “sciacalli” uccisi dalla polizia (ma anche in alcuni casi da persone comuni). Anche lì si è deciso di usare fermezza contro i looters.
Mi chiedo cosa possa saccheggiarsi in uno dei paesi più poveri al mondo. La gente aveva poco o nulla prima, mi figuro ora. Tutti gli ordinamenti giuridici ci insegnano che lo stato di necessità è causa di giustificazione di una condotta di reato, la quale viene in questo modo resa lecita. Non è questo il caso di una persona affamata che ruba latte in polvere da un supermercato sventrato? Le condizioni disperate di Haiti rendono necessaria la lotta per la sopravvivenza tra gli stessi esseri umani.
Alcuni bianchi che si trovavano sulla sponda del fiume opposta a New Orleans erano così spaventati che decisero di farsi giustizia da sé prendendo in mano le armi. Cominciarono a sparare ai neri, che secondo loro erano tutti ladri e criminali. I cadaveri in decomposizione di alcune delle vittime furono ritrovati a settembre lontano dalla zona delle alluvioni. I mezzi di informazione girarono la testa dall’altra parte”. Così scrive Rebecca Solnit, saggista e scrittrice statunitense, in suo articolo comparso su Tomdispatch.com e ripreso questa settimana da Internazionale.
Da Haiti ci arrivano le foto degli “sciacalli” uccisi dalla polizia (ma anche in alcuni casi da persone comuni). Anche lì si è deciso di usare fermezza contro i looters.
Mi chiedo cosa possa saccheggiarsi in uno dei paesi più poveri al mondo. La gente aveva poco o nulla prima, mi figuro ora. Tutti gli ordinamenti giuridici ci insegnano che lo stato di necessità è causa di giustificazione di una condotta di reato, la quale viene in questo modo resa lecita. Non è questo il caso di una persona affamata che ruba latte in polvere da un supermercato sventrato? Le condizioni disperate di Haiti rendono necessaria la lotta per la sopravvivenza tra gli stessi esseri umani.
Non si può privilegiare la proprietà a discapito della vita.
Quanto è immensamente più importante la vita umana rispetto ai beni materiali?
(nella foto, uno degli "sciacalli" di Port-au-Prince)