domenica 10 gennaio 2010

"Un nuovo patriottismo: libertario, pacifico e inclusivo"


Articolo di Filippo Rossi, direttore del periodico on-line della Fondazione FareFuturo, Ffwebmagazine, pubblicato sullo stesso il 6 gennaio 2010.
Titolo originale: “Un nuovo patriottismo, libertario pacifico e inclusivo. Un valore di destra, da declinare senza urlare e oltre la guerra civile.”


Parliamo di patriottismo. Così, tanto per tornare all’abc, dal momento che sembra del tutto inutile anche solo cercare di vagheggiare ogni tipo di superamento, nel dibattito pubblico, delle categorie destra-sinistra. Categorie, detto per inciso, morte e sepolte nella vita reale degli italiani. E allora torniamo all’abc per ricordare che, indubbiamente, da sempre, la parola patria è nel dna di qualsiasi destra possibile. E il patriottismo scorre nel sangue al posto dei globuli rossi. Se scegli il lato destro te lo buttano in vena come una droga, ti rimane nel corpo, a volte purtroppo degenera nell’overdose nazionalistica, altre, invece, rimane “leggero” e ti fa guardare il mondo con lo sguardo lucido di chi riesce a dimenticare se stesso, di chi riesce ad abdicare al proprio individualismo. Facciamola semplice: per stare a destra, allora, non si può che essere patriottici. Ecco qua.
Passaggio successivo. Cosa significa essere patriottici nell’epoca post-moderna, nei giorni in cui, per fortuna, la guerra non è più un valore e, soprattutto, non ha più nessuna capacità aggregante? E nei giorni in cui non si può cercare l’unità attraverso un nemico comune? Non è più tempo di morti ammazzati e di carne da macello. Essere patriottici significa, forse, sottolineare ciò che unisce una comunità umana. E significa scoprire i valori condivisi. Ma condivisi per davvero. E comporta, ancora, applicarsi costantemente nel dialogo pacifico tra le forze sociali e quelle politiche. Patriottismo è cercare di costruire un futuro di felicità per tutti. È rispetto per ogni “compatriota”. Patriottismo implica il rispetto delle regole. E della libertà di tutti. E significa, ancora, cercare di non imporre verità assolute, dogmi apodittici. E magari essere patriottici impone di non urlare e non coltivare l’odio come sentimento dell’azione politica. Ecco: il patriottismo di questi anni dieci, a un secolo esatto dai tempi del patriottismo guerrafondaio, non può che essere pacifico e libertario. E chi, oggi, si dice di destra, fa politica da destra, non può che affermare questa realtà piccola piccola. Per essere di destra (e patriottici) bisogna, ogni giorno, mettere in discussione l’idea che esistano una destra e una sinistra l’una contro l’altra armate, divise in un’eterna guerra civile. Chi non lo fa, chi scommette sulle divisioni, chi difende una sola parte, chi vive “incazzato e con la bava alla bocca”, chi non “dà tregua”, per favore, abbia almeno il coraggio di definirsi in un altro modo. E, soprattutto, lasci stare la retorica del tradimento e continui, ottusamente, ad abbaiare alla luna. O al nemico di turno. Senza sporcare parole che, per fortuna, hanno ancora qualche significato.

(fonte: Ffwebmagazine - Un nuovo patriottismo, libertario pacifico e inclusivo)