Abbiamo tra i 18 e i 30 anni. Non abbiamo un contratto ma lavoriamo lo stesso.
Lavoriamo tanto, e bene. Ci piace lavorare. Sì, ci piace.
Perchè il nostro obiettivo, traguardo, sogno è l'indipendenza.
Uscire di casa come i nostri amici olandesi inglesi tedeschi. Pagare l'affitto e le bollette. Non dover chiedere soldi ai genitori o ai nonni.
Lavoriamo per l'indipenza. Lottiamo per l'indipendenza.
Ma per noi in Italia lavorare non basta.
Un mercato del lavoro impazzito, in apparenza senza regole, impedisce oggi ai giovani italiani di avere retribuzioni decenti: stage, praticantati, tirocini vengono utilizzati da imprese aziende e professionisti per ottenere manodopera gratis. La finalità formativa di questi strumenti è oramai stravolta.
In particolare l'abuso dello stage è fuori controllo: sempre più datori di lavoro aggirando la legge licenziano il personale a contratto per assumere nuovi stagisti, che ovviamente non pagano o pagano una miseria. Li sfruttano un po' di tempo, fino a sfinirli. E quando uno di noi se va possono scegliere fra altri tre.
E allora lotta con noi, Elsa Fornero: è ora di cambiare.
Noi lo sappiamo che il lavoro va riformato. Per noi non ci sono totem. Di sicuro non è un totem un articolo 18 che la maggioranza di noi non vedrà mai. Ma comunque non è questo il punto. Il punto è un nuovo contratto uguale per tutti. Vogliamo un contratto che accompagni chi è al primo impiego garantendogli un salario minimo destinato a salire con la produttività.
Sappiamo che dobbiamo fare la gavetta. Ma sappiamo anche che lavorare gratis non è gavetta. Un Paese che impedisce ai giovani di produrre reddito è destinato a soccombere in pochi anni. Forse mesi.
La crisi la si supera puntando su di noi, il futuro dell'Italia.