giovedì 11 febbraio 2010

I politici di una volta


Margherita Hack, nostra grande astrofisica classe ’22 (che mente conserva ancora!), ha lanciato ieri in un’intervista quella che ai più è parsa solamente una provocazione: "la laicità dello Stato è sancita dalla Costituzione; ma in realtà il Governo è oggi molto più succube del Vaticano rispetto alla Dc, la quale era più indipendente sia del Pdl che del Pd". L’ateismo della scienziata è risaputo e d’altra parte convinto, ma la stessa idea l’ho ritrovata in Vito Mancuso, teologo italiano che con i suoi libri ha avuto un grande successo editoriale riuscendo ad avvicinare molte persone alla disciplina che studia Dio. La citazione che vi propongo si sposa perfettamente con il pensiero della Hack ed è tratta dal libro “Disputa su Dio” scritto (ma sarebbe meglio dire discusso) con Corrado Augias ed uscito nel 2009:
“Il vero problema italiano è tuttavia un altro [si parlava di alcune manovre lobbistiche della Chiesa]: mi riferisco all’insufficienza etica e ancor più culturale della nostra attuale classe politica, soprattutto, mi spiace dirlo, di quei politici che a parole si dicono cattolici. Un tempo non era così. I grandi politici democristiani (Sturzo, De Gasperi, Fanfani, Moro, Zaccagnini…, loro sì veri credenti, con una fede testimoniata a partire dalla vita privata) sapevano mediare le pressioni ecclesiastiche, le sapevano inquadrare nel contesto più vasto del bene comune e della laicità della Repubblica, giungendo talora persino ad opporsi esplicitamente ad alcune indicazioni della Chiesa, come fu il caso di De Gasperi che disse no a Pio XII il quale, nel 1952, gli voleva imporre un’alleanza elettorale con l’MSI per il comune di Roma in funzione anticomunista”.
Atei e cattolici sono insomma concordi nell’affermare che la crisi morale e culturale che travaglia la classe di governo italiana provoca ripercussioni negative nella gestione della politica interna, consentendo spesso ingerenze (da parte del Vaticano, ma il discorso potrebbe allargarsi ai gruppi di potere in generale) che in altri tempi e con altri uomini lo Stato non avrebbe permesso.

(vignetta di Staino)