Meno male che c’è Minzolini a dirci cos’è giusto e cos’è sbagliato. A consigliarci a chi credere e a chi no. Perché, naturale, se Gaspare Spatuzza è un pluriomicida e uno stragista automaticamente sarà anche un bugiardo. E tanti auguri ai principi di logica e causa-effetto dei discorsi con un senso compiuto. Come ha detto Giancarlo Caselli, se è vero che bisogna cercare i riscontri alle parole del pentito Spatuzza, non si può dare per scontato in partenza che menta: bisogna essere laici, non prevenuti né in un senso né nell’altro. Per il fondatore del minzolinismo (secondo il linguista Cortelazzo una “forma di giornalismo che si basa sulla raccolta di dichiarazioni anche informali di uomini politici, senza alcuna verifica delle informazioni raccolte”) nulla conta che Spatuzza sia già stato ritenuto attendibile dai magistrati di Caltanissetta, che hanno preso la decisione di rivedere il processo per la strage di Via D’Amelio, della quale si è autoaccusato.
Meno male che c’è Minzolini, con il suo stile recitativo, tipico della poesia imparata a memoria di un bambino di quinta elementare, a difendere il suo datore di lavoro e l’amico degli amici Dell’Utri, come se non bastassero le loro schiere di avvocati. La deposizione di Spatuzza diventa “senza riscontri” e ciò è perlomeno paradossale dato che un riscontro doveva essere proprio la versione di Filippo Graviano. Questi ha smentito non “in un’altra aula di tribunale”, ma nella stessa: quella per il processo d’appello a Marcello Dell’Utri, fondatore di Forza Italia, condannato in primo grado a nove anni di reclusione con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
Meno male che c’è Minzolini, con il suo stile recitativo, tipico della poesia imparata a memoria di un bambino di quinta elementare, a difendere il suo datore di lavoro e l’amico degli amici Dell’Utri, come se non bastassero le loro schiere di avvocati. La deposizione di Spatuzza diventa “senza riscontri” e ciò è perlomeno paradossale dato che un riscontro doveva essere proprio la versione di Filippo Graviano. Questi ha smentito non “in un’altra aula di tribunale”, ma nella stessa: quella per il processo d’appello a Marcello Dell’Utri, fondatore di Forza Italia, condannato in primo grado a nove anni di reclusione con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
Meno male che c’è Minzolini, direttore di un servizio pubblico (e che più o meno neutrale lo è stato fino a non molto tempo fa), a spiegarci che “nel nostro sistema giudiziario c’è qualcosa che non va” e a dirci di credere al boss mafioso ma non al “supposto” pentito. Lo stesso Dell’Utri da Graviano tanta benevolenza sembra che non se l’aspettasse: “sono meravigliato dalla dignità, dalla compostezza e dal pentimento esibiti da questo signore; a differenza di Spatuzza, mi sembra abbia intrapreso un sincero percorso di ravvedimento”. Nulla conta che il collaboratore di giustizia sia Spatuzza e non Filippo Graviano.
(vignetta di theHand)