Gli italiani Matteo Dell'Aira, infermiere e coordinatore medico, il chirurgo d'urgenza Marco Garatti, veterano dell'Afghanistan, e il tecnico della logistica Matteo Pagani, sono ancora in stato di fermo in una struttura dei servizi di sicurezza afgani. L'accusa è di aver partecipato ad un complotto per uccidere Goulab Mangal, governatore della provincia di Helmand. Tra la serata di ieri e la mattina di oggi è circolata la falsa notizia - alimentata dal Times - che i nostri connazionali avessero reso una confessione. Alcuni nostri politici hanno così avuto la scusa buona per dare addosso all'organizzazione umanitaria Emergency.
Il primo a scagliarsi contro l'associazione di quel "comunista" di Gino Strada è stato Maurizio Gasparri: "Sul caso Emergency-Afghanistan il governo italiano deve intervenire, ma per le ragioni opposte a quelle citate da certi personaggi.
Già in occasione di altre vicende emersero opinabili posizioni e contatti di questa organizzazione. Ora che ci fossero armi in luoghi gestiti da questa gente si è visto chiaramente su tutte le televisioni. Il nostro governo deve tutelare la reputazione dell’Italia che impegna le proprie Forze armate in Afghanistan e in altre parti del mondo a tutela della pace e della libertà minacciate dal terrorismo. Chi dovesse vigilare poco, e siamo generosi a limitarci a questo, crea un gravissimo danno. Ci riferiamo ad Emergency. L’Italia non può essere danneggiata da queste situazioni. La nostra linea è chiara. Quella di altri no". Le parole di Gasparri andrebbero analizzate da psicologi, sociologi e antropologi. Tutte cose che io non sono. Per "Aigor", come qualcuno lo chiama trovando in lui una certa somiglianza con il maggiordomo gobbo di Frankenstein Junior, il solo fatto di aver visto in televisione delle armi in alcune scatole già prova la colpevolezza dei medici e di tutta Emergency. Evidentemente nessuno da bambino gli ha mai messo una macchinina nel grembiulino, per poi accusarlo di avergliela rubata. Se no in questo caso se ne sarebbe ricordato.
Già in occasione di altre vicende emersero opinabili posizioni e contatti di questa organizzazione. Ora che ci fossero armi in luoghi gestiti da questa gente si è visto chiaramente su tutte le televisioni. Il nostro governo deve tutelare la reputazione dell’Italia che impegna le proprie Forze armate in Afghanistan e in altre parti del mondo a tutela della pace e della libertà minacciate dal terrorismo. Chi dovesse vigilare poco, e siamo generosi a limitarci a questo, crea un gravissimo danno. Ci riferiamo ad Emergency. L’Italia non può essere danneggiata da queste situazioni. La nostra linea è chiara. Quella di altri no". Le parole di Gasparri andrebbero analizzate da psicologi, sociologi e antropologi. Tutte cose che io non sono. Per "Aigor", come qualcuno lo chiama trovando in lui una certa somiglianza con il maggiordomo gobbo di Frankenstein Junior, il solo fatto di aver visto in televisione delle armi in alcune scatole già prova la colpevolezza dei medici e di tutta Emergency. Evidentemente nessuno da bambino gli ha mai messo una macchinina nel grembiulino, per poi accusarlo di avergliela rubata. Se no in questo caso se ne sarebbe ricordato.
A mettere le mani avanti è stato però anche il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che non è Aigor e quindi ha utilizzato una locuzione più fine: "Prego veramente da italiano che non ci sia nessun italiano che abbia direttamente o indirettamente compiuto atti di questo genere. Lo prego davvero di tutto cuore, perche’ sarebbe una vergogna per Italia". Almeno il dubbio che i medici di Emergency siano dei terroristi ha quindi assalito pure lui.
Oggi la notizia della confessione si è rivelata una bufala. Sono scaduti i termini per il fermo ma Matteo, Marco e Matteo non sono ancora stati rilasciati. Non li conosco, ma tra un governo corrotto (quello afghano) e un ospedale, io sto con l'ospedale.
Forse i signori Gasparri e Frattini farebbero meglio a chiedere scusa.