Dice Jean: "a cosa serve raccogliere tante firme se poi i vostri politici se ne fregano e nulla cambia?".
Dice Jean: "anche noi in Francia abbiano iniziato così, raccogliendo firme, dipingendo striscioni, facendo manifestazioni, ma poi abbiamo capito che in questo modo loro, i nostri politici, non li toccavamo affatto. Loro se ne fregavano delle nostre richieste, delle nostre battaglie.
Ad esempio l’anno scorso con la riforma delle pensioni. Noi studenti abbiamo aiutato i lavoratori perché abbiamo capito che era in gioco anche il nostro futuro. Ma abbiamo dovuto fare qualcosa di più forte che raccogliere delle firme per farci ascoltare dai nostri politici: li abbiamo assediati. In tutte le più grandi città, da Parigi a Tolosa, da Lille a Marsiglia. Abbiamo bloccato tutto e finché non c'hanno dato quello che volevamo non ce ne siamo andati dalle strade. Siamo rimasti fermi lì, col fiato sul loro collo. E alla fine dopo 20 giorni di casini hanno ceduto".
Dice Jean: “sì, certo c'è stato qualche atto vandalico, ma è servito. I McDonald imbrattati, le macchine di lusso bruciate, le banche spaccate, le uova marce e la vernice contro i palazzi del potere: tutto è servito. Perché se non fai vedere che sei pronto a tutto, nessuno ti ascolta. Se non fai vedere che sei veramente incazzato, loro non si spaventano”.
Dice Jean: “per questo io vi chiedo perché voi italiani state ancora a raccogliere delle firme che i vostri politici possono cestinare quando vogliono. Perché non li assediate anche voi finché non se ne vanno? Funzionerà. In Francia funziona così. Si chiama revolutiòn”.
Dice Jean: “ma quando li avrete sfrattati è meglio se andate a votare. Perché se non ci andate voi giovani, se ve ne fregherete, ci andranno i vostri padri e i vostri nonni e sceglieranno per voi. Come sempre”.