Dal libro meno conosciuto di John Fante. Una storia per ragazzi che, come spesso accade, parla a tutti. Soprattutto ai "grandi".
[...] - Vogliamo che sappiate che i nostri salari non sono importanti, patrón. Avremo un buon raccolto, e...
- Perchè tutte queste storie, Roberto?
- Non dovete vendere il toro per noi... per la hacienda -. Gli mancarono le parole e si sbattè il cappello su una gamba. - Vogliamo dirvi che, qualsiasi cosa decidiate di fare, potete contare su di noi.
Questa manifestazione di lealtà lasciò don Francisco senza parole. Tutto ciò che seppe fare fu guardare i volti di quei lavoratori e sorridere loro con accorta gratitudine. Poi entrò in casa.
In quel momento Carlos stava chiudendo le porte della biblioteca dietro Hermano e don Castillo. Padre e figlio si ritrovarono l'uno di fronte all'altro, il giovane ancora consapevole dell'ira di don Francisco nei suoi confronti per l'arrivo di don Castillo.
- Vieni qui, Carlos, - disse il padre con tono piatto. Carlos gli si avvicinò al centro dell'atrio. Il vecchio lo guardava fisso negli occhi, pensieroso. E finalmente parlò.
- Vieni qui, Carlos, - disse il padre con tono piatto. Carlos gli si avvicinò al centro dell'atrio. Il vecchio lo guardava fisso negli occhi, pensieroso. E finalmente parlò.
- Vendi il toro, - disse.
D'improvviso gli occhi di don Francisco si riempirono di lacrime. Stupefatto e sopraffatto dalla compassione, Carlos avrebbe voluto stringere suo padre in un abbraccio, ma il vecchio orgoglioso sollevò il mento e velocemente si avviò per le scale. [...]